Cedolare secca nuova tassazione immobili in affitto
Cedolare secca sugli affitti –
L’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 (di seguito decreto legislativo Municipale) in vigore dal 7 aprile 2011, ha introdotto, a partire dal 2011, un nuovo regime facoltativo di tassazione dei redditi derivanti dalla locazione per finalità abitativedegli immobili ad uso abitativo e delle relative pertinenze.
La possibilità di optare per il regime facoltativo di imposizione è riservata alle persone fisiche titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento di unità immobiliari abitative locate, che non agiscono nell’esercizio di un’attività di impresa, o di arti e professioni.
Si tratta di un sistema di tassazione alternativo a quello ordinario.
La cedolare introduce una tassazione fissa del 21% anzichè le aliquote Irpef. Se si opta per la cedolare secca, il locatore rinuncia agli aumenti Istat e deve darne comunicazione per iscritto tramite raccomanadata AR all'inquilino e restituire eventuali aumenti già percepiti. La cedolare non prevede il pagamento dell'imposta di bollo e di registro, ma congela il canone.
Affitti 2014, contratto con modello RLI obbligatorio dal 1 aprile
Per quanto riguarda i contratti per la locazione di immobili, la "rivoluzione" è già realtà: dal 1 aprile, infatti, il tradizionale modello 69 è stato sostituito in via definitiva dall'RLI: Richiesta di registrazione e adempimenti successivi - Contratti di locazione e affitto di immobili. L'RLI è entrato in vigore dal 3 febbraio, ma fino alla fine del mese di marzo era lecito utilizzare entrambi i moduli.
Parlando di prestazioni energetiche, da quest'anno non è più indispensabile allegare l'APE ai nuovi contratti di locazione per le singole unità immobiliari: è sufficiente inserire, all'interno del contratto stesso, una clausola che precisi che il conduttore ha preso visione del documento.
Affitti 2014: ulteriori tagli alla cedolare secca
Il governo Letta aveva provveduto al taglio dell'aliquota sulla cedolare secca dal 19% al 15% per quanto riguarda gli immobili che vengono ceduti in affitto a canone concordato. Il governo Renzi, con l'approvazione del Piano Casa, l'ha ridotta di un ulteriore 5%, portando quindi l'aliquota al 10%, per il triennio dal 2015 al 2018.